Percorsi di Apprendimento, Senza categoria

I tasselli di un progetto di istruzione parentale

Mi piace fare ordine.

Ordinare le idee, progettare le mie azioni in modo che siano funzionali e utili, organizzare i progetti che sto portando avanti per vederli progredire con una logica e un senso. 

Mi ricordo che fin da piccola i momenti che dedicavo a riordinare il cassetto che conteneva i miei cimeli più preziosi mi donavano grande soddisfazione e appagamento; mi rivedo nitidamente seduta alla scrivania della mia cameretta, con la macchina da scrivere davanti a me, un’agenda, un finto telefono, a immergermi in un mondo in cui io ero la coordinatrice di qualcosa di bello, che contattavo persone, scrivevo e prendevo appunti sui passi da affrontare e gli appuntamenti da fissare.  

Ancora adesso come trent’anni fa adoro essere il fulcro di diverse energie, mettere in contatto mondi e farli lavorare insieme. E ancora oggi per lavorare serena ho bisogno di fare ordine nella mia testa, di scrivere e organizzare dei piani a medio e lungo termine che mi permettano di dare un senso alle mie azioni e progredire nei miei progetti. Non sempre lo faccio, e quando me ne dimentico un disagio si impossessa di me, mi riporta sulla via dell’ordine, e mi induce a cambiare la staticità in  cui mi sento per cambiare qualcosa della mia quotidianità.

Così è successo anche a inizio anno, quando ho sentito il bisogno di mettere nero su bianco i pensieri che per me erano importanti riguardo il percorso di apprendimento dei miei figli: cosa sognavo per loro? Cosa era già presente e cosa volevo apportare nel loro ambiente di vita? 

Avevo bisogno di esplicitare e mettere in ordine le tante idee che in questi mesi avevo immagazzinato e non ancora catalogato: i momenti di studio individuale, i tempi di gioco libero con gli altri bambini e le altre bambine, le mattine in “casetta” in cui io e le altre mamme accompagnavamo e seguivamo gli interessi delle persone piccole.

Mettendomi tranquilla con carta e penna alla mano, si è sciolto il groviglio dei tanti fili di esperienze e teorie, e sono diventati una trama con un disegno ben preciso, e il progetto di accompagnamento alla crescita e all’apprendimento dei miei figli si è manifestato in tre differenti pratiche:

  • Il lavoro individuale svolto in famiglia: a giorni alterni, dopo pranzo, nella calma della nostra casa, io e Federico (e Pietro se ne ha voglia) ci concentriamo su esperienze pratiche ed esercizi riguardanti due materie che reputo fondamentali per acquisire una base solida su cui fondare una valida autonomia di apprendimento: la letto-scrittura e la matematica. Lavoriamo con materiali e giochi, libri, proposte estemporanee che ci vengono in mente o attività più strutturate e preparate in precedenza; partiamo da interessi vivi per inventare pratiche piacevoli e che portino all’esercizio della scrittura e dell’analisi grammaticale, della lettura e della comprensione del testo, alla familiarizzazione di calcoli matematici, logici e geometrici. Cerchiamo di seguire un flusso di interessi ed energie sempre in movimento, ma avendo sempre presente gli obiettivi e le conquiste a cui si sta mirando, senza fretta e al contempo con costanza; questo non solo in quel tempo prefissato, ma anche nei momenti insieme in cui si guardano documentari, si cucina, si cuce, si gioca e si parla, ricordando sempre che l’apprendimento è un processo continuo e costante.

  • Le mattine di “casetta”, per accompagnare e sostenere i loro interessi in una dinamica di gioco libero e di gruppo, all’interno della comunità in cui viviamo. Nei momenti in cui ci troviamo, bambini, bambine e adulti, alla casetta che abbiamo costruito appositamente per questo progetto, le persone piccole, attraverso proposte, esternazioni più o meno esplicite (a seconda anche dell’età) o più semplicemente attraverso l’azione, vivono, condividono e organizzano esperienze, attività, esplorazioni, progetti. Noi persone grandi siamo presenti per accompagnare e favorire questo processo, in modo da rendere sempre più facile il riconoscimento di un interesse, trasformarlo, se l’interessato o interessata vuole, in un progetto di qualche tipo, e dargli attenzione finché è importante che la abbia, sentendosi pronti ad accantonarlo o riprenderlo in un secondo momento, seguendo il percorso del bambino o della bambina e senza irrigidirsi. L’interesse deve essere il motore delle esperienze, non gli adulti. Si lavora sia individualmente sia sul gruppo, incentivando sia il lavoro di squadra che quello individuale; si lavora sulla spinta di ricerca del bambino o della bambina che mira ad approfondire un tema o una competenza, fornendo materiali e lavorando attraverso domande di ricerca; si lavora sull’ambiente della casetta in modo che abbia materiali adeguati e fornisca un’atmosfera adatta alla concentrazione e al lavoro, che sia ordinato ma flessibile, ricco ma non troppo ingombrante. Il territorio naturale di boschi, campi e prati è un grande maestro e punto di partenza per domande, curiosità e ragionamenti, nel quale ci si può muovere liberamente e senza pericoli.

  • i laboratori tematici: alla casetta è presente un calendario, in cui tutti possono fissare uno o più appuntamenti per condividere esperienze e competenze: cucito, gita al lago, Harry Potter, corretto comportamento con il fuoco, o la costruzione di una capanna sono solo alcune delle idee pensate o realizzate in questi mesi. Oltre a questi, ogni mese gli adulti scelgono un tema, tenendo conto sia degli interessi dei bambini che di creare un curriculum vario, e ogni giovedì si offre ai bambini l’opportunità di partecipare a varie attività a riguardo. La botanica, l’evoluzione dell’uomo e della donna e il sistema solare sono i temi finora trattati. Si lavora cercando di raggiungere degli obiettivi, di passare delle informazioni e al contempo di stimolare ragionamenti e intuizioni, di esercitare e mettere in gioco determinate competenze; i laboratori sono legati da un filo logico, conduttore, coerente, e ogni laboratorio è un tassello del puzzle che si va a formare; i laboratori sono accompagnati da materiali sul tema (libri, giochi, pratiche e lavori di ricerca); ogni tema affrontato lascia dietro di sé strumenti per riviverlo e ristudiarlo (documentazioni e foto di quanto fatto, manufatti realizzati, materiali e giochi autoprodotti).

L’intreccio di questi differenti mondi è il contesto in cui viviamo, in cui Federico e Pietro sono immersi quotidianamente, insieme a un altro ingrediente fondamentale per la loro crescita e la loro sperimentazione: tante tante ore di gioco libero nella campagna in cui siamo immersi in cui i grandi sono presenti solo se chiamati: oggi hanno passato il pomeriggio a portare avanti il progetto di costruzione di tane sotterranee, lavoro che procede da qualche settimana.

Questo è il progetto che ho scelto per i miei figli, il mondo quotidiano in cui ho deciso di farli crescere.

E voi? Cosa avete scelto per i vostri?

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