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Il coraggio di essere sé stessi

Quando non sai ciò che vuoi è difficile stare veramente bene. Almeno, per me è così.

Arriva un momento in cui devo fare i conti con quella parte di me che spinge per venire fuori, quel desiderio di non accontentarmi di sopravvivere, ma di costruire, manifestare, rendere reale, dare forma a un’energia esplosiva che giace dentro di me.

La mia energia creativa si canalizza in particolar modo verso il mondo dei bambini, dell’apprendimento e della cura delle persone piccole.

Finora ho fatto tacere spesso la mia voce interiore, altre volte l’ho ascoltata in parte; quella voce che mi diceva che la mia grande passione nello stare con i bambini e il nutrimento che entrambi ne ricaviamo, che la forza creativa che avvampa ogni volta che sto con loro è segno di un dono, di una missione, di un desiderio profondo di dedicare parte della mia vita allo scambio tra me e bambini e bambine, all’accompagnarli e al viaggiare insieme nel loro percorso di educazione e apprendimento.

È TROPPO PER TE. NON SEI ABBASTANZA CAPACE. FALLIRAI. NON CI RIUSCIRAI. NON HAI LE COMPETENZE ADEGUATE. NON È IL MOMENTO GIUSTO. NON È IL POSTO GIUSTO.

Negli ultimi anni queste parole hanno echeggiato spesso dentro di me ogni qualvolta la mia voce si faceva più rumorosa, ogni qualvolta cercava di prendere forza.

Ed è accaduto che l’ho messa in un angolo, ho sminuito il mio lavoro, i miei studi, il mio potere personale, e mi convincevo che senza altre persone non avrei potuto fare nulla, mi sono resa dipendente nelle mie azioni da altre donne e uomini; pretendevo però che attuassero ciò che io avevo in mente, ma senza effettivamente manifestarmi e prendere il mio posto come architetto, creatrice, portatrice di una visione ben precisa.

Così è successo in Valtellina 5 anni fa, quando il progetto di educazione parentale che io stessa avevo concepito, non è riuscito a prendere una forma sana, perché non ho avuto la forza e il coraggio di riconoscerlo come un mio figlio, una mia creatura.

Ed è morto.

Abbiamo lasciato la valle, abbiamo interrotto ogni attività, mettendoci in viaggio, concentrandoci sul vivere il presente per ciò che il mondo esterno ci offriva, e congelando i nostri progetti interiori.

Ma non appena la pandemia ci ha obbligato a fermarci in uno stesso luogo per qualche tempo, ecco che la voce interiore è tornata alla carica: “Quel grazioso spazio inutilizzato, sarebbe perfetto per renderlo una casa dei bambini”. E il processo è ricominciato: piccole azioni quotidiane e nuove idee hanno plasmato un nuovo progetto, nuove persone si sono affiancate per condividere la volontà di offrire ai bambini uno spazio in cui crescere liberi e consapevoli, e un ambiente stimolante e fornito degli strumenti necessari per sperimentare le loro attitudini e interessi.

La casetta dei bambini era nata, come spazio di gioco libero, esperimenti e attività, in cui ogni genitore porta il suo contributo per un’educazione condivisa.

La voce però non si è acquietata, non ancora soddisfatta:

Qual è il tuo progetto? Dove sono tutte le tue idee? Ti basta ciò che dai?

Queste domande mi si presentavano sotto forma di disagio, irritabilità, intolleranza, nel bisogno di ritagliarmi uno spazio che non riuscivo a trovare.

La voce chiamava, l’energia più si faceva manifesta più spingeva, facendomi sentire il bisogno viscerale del ruolo che mi è congeniale e che sono chiamata ad essere: la creatrice di una visione.

Perciò oggi sono qui, su un altopiano erboso, distante da tutti ma radicata nello spazio, finalmente a prendere possesso della voce, di riconoscerla come mia, e diventare ciò che sono e voglio essere.

E non appena la lascio libera di uscire, senza freni e condizionamenti, sento ben chiare le sue parole, capisco il suo messaggio. È come udirlo per la prima volta ma allo stesso tempo averlo sempre saputo.

Stavolta la paura non mi fermerà, stavolta so cosa voglio e come voglio attuarlo.

Inizia oggi per me la costruzione della mia strada maestra, che mi condurrà a un nuovo progetto con le persone che vorranno unirsi al mio viaggio.

Io sarò la creatrice di uno spazio di vita e apprendimento, per persone piccole e grandi. Il mio viaggio dentro e fuori di me è iniziato con un nuovo coraggio, una nuova consapevolezza.

Il primo passo è compiuto, il più importante, la via è aperta; ora non resta che continuare a camminare.

1 pensiero su “Il coraggio di essere sé stessi”

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