Inizia tutto da una spinta, un desiderio, una volontà di azione.
Passare del tempo con i bambini mi ha sempre donato benessere, gratitudine, bellezza, e un senso di completezza nella mia quotidianità; seguire i loro percorsi di apprendimento mi ha sempre affascinato e io stessa mi ritrovo arricchita dalle esperienze vissute.
Da quando abbiamo cominciato a vivere come un gruppo, come una comunità, per me è stato spontaneo dedicare parte della mia giornata alle persone piccole, condividendo con loro momenti preziosi: leggendo insieme libri e fumetti, accompagnandoli in esplorazioni nel bosco, andando a raccogliere insieme l’erba da dare ai conigli per avere l’opportunità di entrare nel loro recinto e aspettare l’occasione di poterli accarezzare; ma soprattutto sedendomi insieme a loro all’ombra di un albero e dar retta ai loro pensieri e alle loro riflessioni, ai loro sfoghi e alle loro esplosioni di rabbia o felicità, osservandoli nel gioco spontaneo, ascoltandoli, instaurando una relazione di fiducia reciproca.
C’è un casale fatiscente nel terreno in cui siamo, dalle fondamenta rettangolari e diviso, da due muri, in tre locali; due di questi ultimi hanno il tetto ormai completamente distrutto e usurato da anni di incuranza, ma il terzo spazio è ancora integro, con un focolare, un tavolo in pietra e tutto il fascino di un rifugio silvestre, bucolico.
La prima volta che ci siamo avventurati all’interno ne abbiamo subito colto il fascino, al contempo il disordine regnava sovrano, tra scatoloni, vecchi materassi, attrezzi da cucina arrugginiti e tracce di roditori qua e là.
I bambini e le bambine, che in quel periodo erano alla continua ricerca di nuove basi e accampamenti, ci si sono trovati a loro agio non appena un giorno io e Federico abbiamo deciso di fare un po’ di ordine tra le cianfrusaglie, adottandola come loro nuova “casetta”, e facendola diventare il loro campo di esperimenti e giochi, il loro nuovo punto di ritrovo.
Con l’arrivo nel gruppo della famiglia italo-coreana di In, Giorgio, Yul e Gaia, e grazie alla loro esperienza triennale nell’associazione “Fuori dalla scuola” di Missaglia (APS che da ormai cinque anni porta avanti un progetto di pedagogia del bosco e di immersione nel selvatico), le idee e le energie per trasformare la casetta in uno spazio in cui i bimbi potessero davvero autogestirsi si sono moltiplicate.
Le persone piccole e grandi si sono messe al lavoro per rendere lo spazio davvero fruibile: il tetto è stato messo in sicurezza, gli attrezzi da cucina sono stati sistemati nel prato adiacente a comporre un magnifico laboratorio culinario a cielo aperto, gli scatoloni sono stati sostituiti da cassette di attrezzi e materiali da costruzione e i vecchi materassi si sono trasformati in comodi cuscinotti facilmente trasportabili; uno scaffale inutilizzato è diventato lo spazio dei materiali artistici, di letto-scrittura e di aritmetica, e un grande tavolo di legno è stato riempito di libri in lingue diverse e riguardanti gli argomenti più disparati.
Fino a che lo spazio non era stato risistemato, avevamo l’abitudine di organizzare con i bambini e le bambine un momento mattutino di “scuola”, in cui ci si impegnava in progetti e piccoli lavori, strutturati da noi adulti seguendo gli interessi dei bambini; il passo successivo era di unire le due situazioni, per sfruttare la “casetta” come appoggio e punto di partenza per sostenere i percorsi di apprendimento dei bambini con materiali e attrezzature che fossero sempre a disposizione, e come spazio di osservazione sugli interessi e sulle dinamiche tra i piccoli.
Da subito abbiamo deciso di sperimentare: siamo coscienti della peculiarità e unicità, della bellezza e complessità, della situazione in cui ci troviamo.
Viviamo in mezzo alla natura, non ci sono recinti, cancelli o strade che dividono le nostre case, e i bambini sono sempre liberi di muoversi come vogliono, alla ricerca di nuove ispirazioni di gioco, dalla natura stessa o dall’attività o compagnia di altre persone della comunità: Ines che lavora con la macchina da cucire, Grant che suona il mandolino, Airyn che lavora nell’orto, Mailo che cerca di catturare un coniglio fuggito dal recinto.
Abbiamo così deciso di fissare un tempo, tre mattine a settimana, nel quale alcuni di noi adulti sarebbero stati a disposizione alla “casetta”, per aiutare i bambini più grandi a sviluppare nuove idee e progetti, e per accompagnare i bambini più piccoli nell’esplorazione e nel gioco; il tutto lasciando la spontaneità e la libertà già esistenti.
Al contempo, abbiamo appeso al muro un grande cartellone, sul quale adulti e bambini che vogliono proporre laboratori specifici in un diverso momento, possono appuntarlo e avvisare tutti i potenziali interessati: finora si sono succeduti tornei di scacchi, avvicinamento ai cavalli, lezioni di inglese, pigiama party, corsi di cucito e momenti di giochi cooperativi o in scatola.
Il venerdì è invece il giorno della gita, in cui, al momento di ritrovarsi, si decide insieme quale sentiero prendere e si parte per l’avventura.
Questa è la terza settimana di sperimentazione, tra relazioni che evolvono, osservazione e documentazione del vissuto, confronti e rilanci progettuali, cercando di rimanere aperti e disponibili al cambiamento in meglio, seguendo il flusso dei bambini piuttosto che irrigidirsi su decisioni a priori.
E in mezzo a tutto questo ecco che Pietro ha imparato a identificare le erbe del prato, Federico legge ormai facilmente le parole in stampatello maiuscolo, Pietro sa riconoscere i numeri che vede sulle querce da sughero (che ne indicano l’anno di scortecciatura) e Federico ha cucito oggi il suo primo paio di pantaloni.
Si va così avanti, consapevoli che il percorso di apprendimento riguarda tutti noi, persone grandi e piccole, che insegniamo uno all’altro le gioie e i valori della vita.
Siete grandi Dani sei srupenda in tutti i sensi…..ci mancate tanto ma siamo contenti x Voi x siamo sicuri che siete felici un abbraccio grande grande
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Ciao Daniela Tomas Federico e Pietro….mi chiamo Caterina. Con calma sto leggendo il vostro blog…e tutte le vostre avventure verità e testimonianze mi appassionano e agguerriscono ancora di più…ho 37 anni e una figlia di 18 mesi e un compagno, siamo “gitani” dentro e ora x vari motivi ci troviamo chiusi in Lombardia, piangendo e soffrendo….no scherzo
.. però nn stiamo bene… abbiamo sempre viaggiato e vivevamo in una evoaldea in Spagna…ora abbiamo una visione di vita 🏵️ simile alla vostra…. Vorrei MOLTO contattarvi…..vi lascio il numero….mi piacerebbe sentirti/vi x wazup….ho molte domande…. grazie,, siete fantastici!!!! 0034604274606
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