Così recita la legge di Lavoisier che regola da sempre la realtà meccanica. Per essere precisi è la legge di conservazione della massa.
Questa regola di natura mi ha sempre affascinato e stupito nelle sue mille sfaccettature e l’ho sempre trovata carica di significati intrinsechi. Mi torna in mente nuovamente ora, che sto ripensando alle ultime settimane, in cui i vari accadimenti si sono intrecciati qui a Capo de Gata, e ci hanno portato nuove energie, che sono state scambiate con altre, e ci hanno inevitabilmente trasformato .
La scorsa settimana, per cinque giorni, ci hanno raggiunto da Albosaggia, paesino della Valtellina a due passi dalla nostra vecchia casa, una bella famiglia di nostri amici, che hanno deciso di allontanarsi dalla pioggia incessante che imperversa sull’Italia del Nord, prendere un aereo, noleggiare un furgone ed unirsi a noi per godersi il sole, l’aria di mare, i paesaggi e le atmosfere andaluse. Era la prima volta che si univano nello stesso tempo due mondi per me molto diversi: quello del viaggio, in cui cerco di lasciare alle spalle la Daniela che parenti e amici vedono in me e di trovare nuovo spazio per fare emergere nascosti lati della mia persona, e quello della vita ordinaria di Valtellina. Pur amandoli entrambi, all’inizio mi sono ritrovata in un territorio terzo, sconosciuto, in cui si manifestava una somma delle due parti, ancora diversa. E’ stata una bella scoperta per me trovarmi a mio agio in questo spazio di condivisione, in cui si sovrapponeva il senso del viaggio e del nuovo, con la tranquillità e la sicurezza dell’amicizia ormai consolidata con Ilaria, Simone e i loro bellissimi bambini, Manuel e Andrea.
Con loro abbiamo camminato fino alla spiaggia di San Pedro, l’unica baia del parco naturale in cui si trova una sorgente d’acqua, e nella cui valle è presente da alcuni decenni una comunità di persone che si sono ritagliate, in assoluta armonia con il luogo, uno spazio per viverci; abbiamo cucinato sul fuoco ammirando le stelle notturne e ascoltando il verso dei grilli; abbiamo fatto il bagno in un mare calmo come una piscina e blu come il cielo; abbiamo condiviso ogni ora del giorno per 60 ore, trovando momenti di parole, di gioco, di scoperta e di relax.
Quando ci hanno salutato per dirigersi verso Malaga e l’aereo che li avrebbe riportati a casa, mi sono sentita grata per il grande regalo che ci avevano fatto, per l’opportunità che ci avevano concesso di unire due realtà della nostra vita e trasformarle in un’unica, più completa e variegata.
Loro se ne erano andati, e con loro anche le giornate di sole per qualche tempo, visto che dal giorno successivo ecco arrivare una perturbazione che, già dalle previsioni, avrebbe portato molta pioggia e vento. Ci siamo così trasferiti al sicuro nella cittadina di Nijar, il comune nel cui comprensorio è inserito tutto il parco naturale di capo de Gata, dove abbiamo passato una giornata intera a guardare dall’interno del nostro camper quasi 100 millilitri di acqua cadere e lasciarsi spostare dalle raffiche di vento che sopraggiungevano inaspettate.
Stare insieme in un piccolo spazio per molte ore è una grande prova, che dà l’opportunità di lavorare sulle relazioni e su sé stessi. Si è tutti molto vicini, ed è importante che ciascuno trovi lo spazio per sé stesso e che sia in armonia con quello degli altri; essere propositivi ed empatici è la chiave per fare chiarezza sugli stati d’animo e sui desideri di ciascuno; in pratica aimè questo non sempre succede e il giusto equilibrio si trova strada facendo, sbagliando e riprovando. Ne siamo usciti sani e incolumi, anche grazie al nostro amico svedese Anders, nostro vicino di camper in quest’avventura e che ha condiviso con noi merende e cene a base di the, biscotti e pizza.
Ed ecco la quiete dopo la tempesta, che ci ha riportato all’aria aperta: prima per una visita alla cittadina di Nijar, che non avevamo mai avuto l’occasione di attraversare, poi di nuovo alla nostra cara Playa Playazo.
Qui la natura ci ha offerto l’ennesima dimostrazione di come tutto sia in continuo mutamento, e di come questo sia assolutamente normale! La grande quantità di acqua scesa nelle ultime ore ha profondamente cambiato il paesaggio a cui noi eravamo abituati, scavando grandi solchi nel terreno, creando fiumi, distese di fango, riducendo o facendo scomparire interi pezzi di spiaggia, ricoprendo la sabbia di detriti, alghe e, purtroppo, una grande quantità di rifiuti.
Il cambiamento comincia dai piccoli gesti, e anche quelli che possono sembrare di nessuna utilità sono portatori di grandi messaggi. Il nostro piccolo gesto, non appena arrivati, è stato quello di prendere sacchetti, guanti e pinze, e raccogliere quello che potevamo per rendere la spiaggia che amiamo un po’ più pulita; si sono così uniti a noi altre persone, che inizialmente ci hanno guardato con curiosità poi, osservando più attentamente, hanno trasformato il loro pensiero in azione. E tra coloro che hanno osservato senza aiutarci, c’è stato un uomo che il giorno successivo ha comprato pane per tutti i camperesti presenti, senza chiedere nulla e senza conoscere nessuno, perché aveva scoperto che l’indomani i negozi sarebbero stati chiusi per la festa della costituzione spagnola. E il nostro amico Anders si è presentato con torta e macedonia di frutta a festeggiare il suo compleanno prima di salutarci e partire verso una nuova meta.
Nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma e le energie che si mettono in campo quando si inizia un circolo virtuoso portano dei grandi regali. Ora non siamo già più sulla spiaggia, la guardia del parco ha chiesto a tutti di andare a dormire nelle aree di sosta apposite; la compagnia spontanea si è sciolta e ha lasciato un segno dietro di lei. Domani è un altro giorno e siamo pronti a viverlo.